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Condizioni Generali di Contratto

2019 novembre 21 giovedì ore21.00
Ralph Peterson Messenger Legacy 21/11/2019 21.00

Ralph Peterson Messenger Legacy

Ralph Peterson batteria

Essiet Essie basso

Zaccai Curtis piano

Brian Lynch tromba

Robin Eubanks trombone

Bill Pierce sax tenore

Prezzo Door 35,00

Per una serata speciale, abbina anche la cena al ristorante

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dal Martedì al Sabato dalle 14 alle 22
02 69016888

Cento anni fa, l’11 ottobre 1919, nasceva a Pittsburgh Art Blakey, l’uomo che, assieme ad altri pionieri come Max Roach e Kenny Clarke, avrebbe cambiato il senso della batteria nel jazz moderno e definito il ruolo stesso del drummer.

Archetipo del percussionista bop, tra gli anni ‘40 e ‘50 lo troviamo alle spalle di Charlie Parker, Bud Powell, Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Miles Davis. La storia del nuovo jazz che stava nascendo aveva il ritmo dei tamburi di Art Blakey. Non solo: a partire dalla metà degli anni ‘50, per trentacinque anni, ovvero fino alla morte avvenuta nel 1990, Blakey ha guidato i suoi Jazz Messengers, il gruppo simbolo dell’hard bop.

I Messaggeri del Jazz inventarono quello che è poi diventato il modello di riferimento per chi voleva suonare bop moderno dalle forti radici nere, con tanto blues, gospel, soul. Oltre che il leader Blakey era il garante della continuità stilistica della band, a dispetto dei tanti musicisti che si sono avvicendati nelle sue formazioni. Tra questi: Lee Morgan, Wayne Shorter, Cedar Walton, Wynton e Branford Marsalis, Terence Blanchard, Donald Byrd, Johnny Griffin, Freddie Hubbard, Jackie McLean, Woody Shaw, Hank Mobley.

Il centenario di un colosso del genere non poteva passare inosservato. Per celebrarlo è stato costruito il progetto The Messenger Legacy, una band di cui fanno parte alcuni dei musicisti delle ultime edizioni dei Jazz Messengers: i sassofonisti Bobby Watson e Bill Pierce, il trombettista Brian Lynch, il pianista Anthony Wonsey, il bassista Curtis Lundy. Ai tamburi, Ralph Peterson Jr. e non poteva essere altrimenti: fu proprio l’allora giovanissimo Peterson che Blakey scelse come secondo batterista della big band che diresse fino alla sua morte. Memore del suo mentore, Peterson ha creato il progetto e assemblato la band, doveroso tributo ad uno dei più grandi personaggi della storia del jazz.

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